Il Comune di San Lorenzello è entrato a far parte della provincia di Benevento dal 1861; mentre le sue origini sono sorrette da leggende popolari, la sua integrità geonaturalistica è un indescrivibile monumento alla creazione divina.
Sembra che sia stato appositamente realizzato dalla mano del Creatore un concentrato di armoniose bellezze che si intrecciano e si susseguono senza soluzioni di continuità e senza che abbiano tra loro a creare contrasti.
La roccia aspra e nuda dell’alta montagna a partire dai circa 1200 metri di altitudine e che raggiunge l’amena vallata ricoprendosi di fitte essenze erbacee ed arboree che, per la particolare esposizione all’irraggiamento solare creano ad ogni ora del giorno ed in ogni mese dell’anno, spettacolari giochi di luce e di colori; la media collina ricamata da filari di uva da cui l’ottimo vino e da un susseguirsi di alberi di olive che rappresentano il maggior pregio dell’economia contadina locale; il Fiume Titerno lungo il quale si rinvengono ancora resti di antiche macine e caratterizzato da un regime torrentizio che ne regola la vita in ragione della variabilità dei regimi pluviali della zona.
La leggenda ne attribuisce la fondazione nel IX secolo a Filippo Lavorgna che si rifugiò in queste terre a seguito della distruzione dell’antica Telesia in cerca di scampo dalle invasioni barbariche, o forse dopo il devastante terremoto verificatosi nel giugno dell’anno 847 (M. Baratta – I Terremoti d’Italia - Fr.lli Bocca Editori – 1901) e che colpì il centro abitato di Telesia, inducendo a trovare scampo in altre aree e dando vita ad una rudimentale edilizia spontanea intorno alle più antiche dimore conventuali.
Nella leggenda, però, si coglie una importa descrizione che si ricollega alla realtà fisico-geologica della zona: il Lavorgna, secondo quanto si tramanda, si sarebbe rifugiato in una grotta “la grotta di Futa” confermando l’esistenza sul monte Erbano o monte Monaco di Gioia di un diffuso “carsismo” su cui sarebbe importante estendere studi e ricerche.Per la prima volta San Lorenzello, nella qualità di Casale di Cerreto Sannita , è citata in manoscritti risalenti al 1151, al tempo di Guglielmo I° Sanframondo, dichiarato possessore del feudo di Cerreto Sannita con i casali di San Lorenzello e di Civitella Licinia.
Come Casale, San Lorenzello, seguì le vicissitudini storiche di Cerreto Sannita per divenire, successivamente, nel 1483, possedimento dei Carafa che lo governarono fino al 1806 ovvero fino alla estinzione del feudalesimo con il nome di San Lorenzo Minore per differenziarlo dall’altro San Lorenzo detto Maggiore e posto a Sud-Est di Cerreto.
Nel 1541 gli venne riconosciuta la indipendenza amministrativa con l’istituzione dell’Universitas ed il paese si andò sviluppando e popolando ma non senza patire vicende luttuose come la peste del 1656, il terremoto del 5 giugno 1688, la carestia del 1764 ed ancora il terremoto del 1805 e la successiva diffusione del colera nel 1837.L’attuale centro abitato si adagia a valle di Monte Monaco di Gioia o Monte Erbano e si estende in destra idrografica del F. Titerno che rappresenta il più settentrionale tra gli affluenti di sinistra del F. Volturno ricadenti nel territorio provinciale di Benevento a quota 228 s.l.m.; una divagazione dello scrivente attribuirebbe il nome ad una contrazione di quel torrens aeternus, nel senso di corso d’acqua perenne.
ll Titerno, come torrente, trae origine dalle sorgenti di S. Antonino a quota 348 s.l.m., a Nord di Civitella Licinia frazione di Cusano Mutri (BN) ed ha una lunghezza complessiva di circa 30 Km e prosegue poi con profonda attività erosiva e di trasporto verso Sud-Est.
Il Torrente Titerno, dopo aver eseguito un’ampia ansa con convessità ad oriente, aggirando la base di M. Monaco di Gioia (1332 s.l.m.), si dirige verso la piana di S. Lorenzello il cui Centro Abitato si adagia in parte su di una conoide antica ed in parte su materiali di natura piroclastica (cineriti e tufi immaturi di origine vulcanica).Per superare il corso del F. Titerno, durante il periodo delle guerre puniche combattute dai Romani contro i Cartaginesi intorno all’anno 540 a.C., venne costruito nel punto in cui l’alveo del fiume raggiunge la minima ampiezza un ponte ad una arcata noto come Ponte di Annibale. Foto da archivio personale.
L’elemento morfologico più caratteristico ed alle cui pendici si adagia il centro abitato di S. Lorenzello è il versante meridionale del M. Monaco di Gioia conosciuto meglio come M. Erbano nome legato alla varietà delle essenze erbacee medicinali notevolmente diffuse ed utilizzate nel passato.
L’unità paleogeografica da cui deriva quella del MATESE-MONTE MAGGIORE è la Piattaforma Carbonatica ABRUZZESE-CAMPANA; quest’ultima, che nella sua parte centrale assume spessori anche superiori ai 3.000 metri, nell’ERA MESOZOICA e, successivamente, nel PALEOCENE, costituiva un altofondo interposto tra il bacino LAGONEGRESE all’interno ed un bacino, ancor più esteso, quello MOLISANO posto all’esterno.
Alla fine del primo Periodo dell’ ERA MESOZOICA che abbraccia un intervallo temporale variabile tra 120 e 150 milioni di anni, ovvero il TRIASSICO durato circa una quarantina di milioni di anni, la distribuzione delle terre emerse nel Continente Nord-Atlantico, come mostra la seguente cartina (presa da:G. DAL PIAZ – Corso di Geologia Vol.II) e sulla nostra ITALIA PENISULARE si estende ancora la geosinclinale mediterranea: il mare della TETIDE.
In tratteggio i terreni archeo-paleozoici, punteggiati i terreni del Periodo Triassico, in nero quelli del Giurassico. Durante il successivo Periodo, il GIURASSICO, durato all’incirca 45 milioni di anni, emergevano alcune terre a Nord dell’arco Alpino che costituivano una barriera di isole tra il Bacino Germanico a Nord e quello Alpino a Sud, separando i sedimenti marnosi dei mari settentrionali da quelli calcarei dei mari Mesogei (TETIDE) la cui estensione era andata aumentando come è riprodotto nell’allegata Cartina.
Intanto sulle terre emerse, tra le quali ancora non compariva la nostra Penisola, si stabilivano condizioni climatiche che rendevano possibili l’esistenza di aree desertiche cosparse di lagune e laghi salati dove ebbero la massima diffusione quegli enormi rettili conosciuti come DINOSAURI.
Con la fine del successivo Periodo, il CRETACICO durato almeno 65 milioni di anni, e quindi con la chiusura dell’ERA MESOZOICA, siamo all’incirca a 80 milioni di anni fa, la situazione paleogeografica generale rimaneva pressoché invariata mentre si assisteva alla completa estinzione dei DINOSAURI.
Bisogna aspettare la fine del Periodo PLIOCENICO durato appena 5 milioni di anni, nell’ ERA CENOZOICA, ovvero all’incirca 3 milioni di anni perché l’ITALIA PENISULARE assumesse la configurazione riportata nella sottostante Cartina (G. Dal Piaz – Corso di Geologia Vol.II) e nella quale tra le terre emerse, compare il gruppo montuoso del Matese-Monte Maggiore, mentre è evidenziato ancora l’ampio dominio marino, ovvero l’altofondo tra il bacino Lagonegrese e quello Molisano.
Da un punto di vista scientifico, il Monte Monaco di Gioia o Monte Erbano, offre spunti di grande interesse per la caratteristica stratificazione, per i fenomeni di dolomitizzazione con possibili esistenze di grotte carsiche, per la ricca fauna marina che, fossilizzata, si rinviene scalpellando con cognizioni scientifiche le rocce che lo compongono.
Particolarmente rappresentati sono i gasteropodi triassici del genere Acteonella d’Orb. e lamellibranchi ippuritici del genere Requienia .La geologia dell’area esaminata viene rappresentata in uno stralcio del Foglio 173 IV di una Carta Geologica del secolo scorso realizzata dal Servizio Geologico Nazionale, e non in commercio, in scala 1:50.000.
Il comune di San Lorenzello ricade in una importante area ad elevata sismicità; il rischio da terremoto deriva dalle caratteristiche geologiche dei terreni su cui si adagia il cento abitato e che sono costituiti, come è descritto nella Carta Geologica, da terreni assai poco coerenti, ma anche dalle frane di crollo dei materiali lapidei che in occasione di questi eventi, laddove siano intervenuti fenomeni di intensa fratturazione, si sganciano dalla roccia madre precipitando rovinosamente sull’abitato.
Non a caso, l’amministrazione Comunale, nel lontano 1970 dette mandato anche attraverso l’Ufficio del Genio Civile per sollevare il paese dal pericolo di un grosso masso calcareo del peso di circa 200 quintali in posizione di incerta stabilità la cui rimozione avvenne utilizzando degli esplosivi.
Uno degli eventi più disastrosi risale al 1688 anno in cui il casale venne quasi interamente distrutto; negli scritti del Magnati pag. 312 si legge: "il tremuoto del 1688 lo distrusse; "S. Lorenzo minore” è totalmente profondato per averlo abbattuto un monte chiamato Monterbano, per esservi precipitato buona parte di esso con pietre e sassi infiniti sopra quella terra, e di mille anime che ivi si numeravano per quanto si ha notizia vi sono rimaste da 400 abitanti, tutti in campagna, per non avere luogo sicuro da potersi ricoverare, scagliando dall'apertura di quel monte continui sassi e pietre; riconoscendosi altresì il convento dei padri carmelitani con la loro chiesa tutta lesa e conquassata e pochi di quei religiosi rimasti vivi".
Il Comune di San Lorenzello ospita da oltre un ventennio, con cadenza mensile, il più importante e vasto mercato di antiquariato dell’intera provincia di Benevento riuscendo a coniugare sapientemente l’interesse espositivo alla particolare bellezza dell’antico borgo laurentino ed alla spettacolarità paesaggistica offerta dal monte Erbano e dal F. Titerno.
San Lorenzello, già famosa per le botteghe artigianali ove maestri d’arte lavorano e realizzano le ben note ceramiche laurentine, ha impreziosito i suoi valori artistici con la realizzazione di questo stupendo appuntamento mensile portato, dall’entusiasmo e dalla laboriosità del Presidente dell’Associazione MERCANTICO LAURENTINO Lorenzo Rainone, del Sindaco dott. Gianni Di Santo, di tutta l’Amministrazione Comunale e della entusiastica cittadinanza, ben oltre i limiti del territorio provinciale.
Una tradizionale fiera dell'antiquariato vi si svolge nell'ultima domenica di ogni mese attirando numerosi visitatori che puntualmente affollano le stradine dell’antico borgo alla ricerca di qualche rarità o qualcosa che lo leghi ad antichi ricordi familiari gustando le risorse gastronomiche, la cucina e la bontà dei prodotti tipici locali tra i quali i taralli, l'olio ed il vino. A fare prepotentemente da padrone della manifestazione non possono che essere le ben note e raffinate ceramiche artistiche laurentine nelle botteghe artigianali ove valenti artisti locali espongono le modalità con le quali vengono realizzate le opere ed i relativi decori che tanto hanno contribuito a promuovere l'immagine di San Lorenzello oltre i confini del nostro Paese.
Molte altre iniziative sono andate sviluppandosi in altrettanti Comuni della Provincia, ivi compreso il Capoluogo, cercando di imitare una realtà consolidata ma il confronto, assolutamente non regge.
Oltre alla importanza ed all’autenticità della mercanzia esposta che attrae dal modesto curioso all’importante conoscitore di tele, mobili e sculture dei secoli scorsi, ciò che colpisce è l’inserimento della mostra in uno scenario mozzafiato di intricati vicoli in un caratteristico e quasi integro tessuto urbanistico che asseconda la dolce morfologia della conoide su cui è inserito.
In questo contesto è stato possibile coniugare domenica 30 ottobre i laboratori artigianali ed il ricercato antiquariato con l’altrettanto suggestivo interesse rivolto alla manifestazione espositiva di auto d’epoca che il Club Ruote Storiche di Benevento, presieduto dal prof. Michele Benvenuto ha organizzato su invito del Sindaco dott. Gianni Di Santo e del Presidente di MercAntico Lorenzo Rainone. Numerosissimi i curiosi attratti dalle antiche vetture disposte in uno scenario mozzafiato a valle di M. Erbano e perfettamente inserite nel contesto fieristico dell’antiquariato.
Uno scorcio delle auto d’epoca in sosta in Piazza Cestari ai piedi di M. ErbanoIl Presidente Benvenuto ha espresso il proprio compiacimento per la riuscita della manifestazione e per l’accoglienza riservata dal Sindaco Di Santo e dal Presidente Rainone promettendo di calendarizzare questa manifestazione nelle attività del 2012, non senza averne prima concordata una diversa data, ed arricchendola con la partecipazione di vetture di altissimo prestigio e rarità.
Il presidente Benvenuto riceve dal Sindaco Di Santo alla sua sinistra e dal presidente Rainone alla sua destra l’omaggio di una ceramica laurentina Il Presidente del Club Ruote Storiche Benevento
Prof. Michele Benvenuto